Storia della Grotta delle Meraviglie
L'origine della grotta delle meraviglie
è dovuta al susseguirsi di avvenimenti che qui di seguito riassumiamo:
1-
Formazione della roccia calcarea in cui poi sono state scavate le grotte.
La roccia in banconi, cioè in strati non distinguibili fra loro,
è stata, in un mare caldo, prevalentemente costruita di corallo
nei pressi dell'Equatore. Presso l'ingresso della grotta si distinguono
i fossili dei coralli ed i gusci di animali che vivevano sulla scogliera.
La scogliera corallina si formò circa 200 milioni di anni fa, nell'era
Mesozoica, in un'età che si trova presso il limite tra il Norico
e il Retico.
2- Circa 15 milioni di anni fa (periodo Miocenico)
si verificarono i movimenti della principale elevazione delle rocce del
Canto Alto, al quale sono collegate le rocce in cui si apre la grotta.
Tutte queste rocce oggi si ergono in pacchi verticali. Durante la elevazione
si formarono numerose fratture.
3- In quel tempo il fiume Brembo non aveva
ancora scavato la Val Brembana ed i corsi d'acqua scorrevano molto più
alti, forse all'altezza dell'attuale Sant'Antonio Abbandonato. Le
acque filtrarono nel sottosuolo, percorrendo le fratture appena formate;
e le allargarono con la loro erosione. Dopo alcuni milioni di anni le fratture
furono trasformate in un'intreccio di gallerie a sezione circolare.
4- Col tempo il Brembo scavò il suo
solco fino a raggiungere il livello attuale. Allora le grotte, che prima
erano allagate, si svuotarono; cessò l'erosione delle gallerie circolari
ed iniziò il carsismo tipico dell'acqua che scorre libera sulla
superficie della roccia.
5- Più tardi, (circa 2 milioni di anni
fa) si verificarono gli ultimi movimenti che elevarono definitivamente
il Canto Alto. In quella circostanza, alcune delle gallerie rotonde precedentemente
costruite furono preservate; altre vennero invece coinvolte nei movimenti
e rotte; attorno ad esse si formarono, nella roccia, nuove fratture.
6-
Le antiche grotte rotte e le fratture appena formate, per un po' di tempo,
non vennero incrostate, ma la superficie della roccia si ricoprì
di uno strato di argilla. Poi l'acqua ricominciò a lavorare, costruendo
sopra l'argilla un crostone calcareo alabastrino con stalattiti, stalagmiti
e drappeggi. I periodi di quiete e di incrostazione si ripeterono più
di una volta, finché le nuove zone interessate dalle fratture furono
rivestite di concrezioni di varie forme.
7- In tempi recenti, l'erosione meteorica
demolì la superficie esterna fino a mettere in luce l'ingresso del
"Büs de la Marta" che permette l'accesso naturale alla grotta;
l'erosione aprì anche altre fessure nascoste che permisero l'instaurarsi
di una modesta circolazione d'aria all'interno della grotta. Ne conseguì
la formazione dei fungilli, che tappezzano molte delle incrostazioni antiche.
-
In tempi ancora più recenti riprese la formazione di esili stalattiti,
che si aggiunsero alle robuste stalattiti antiche e alle sporgenze del
crostone.
9- 45 anni fa venne aperta la galleria artificiale,
che permette un facile accesso alla grotta. Le infiltrazioni d'acqua crearono
sulle pareti della galleria delle incrostazioni calcaree bianchissime,
databili al periodo di scavo della galleria. Questo processo incrostante
è ancora oggi particolarmente attivo.
Speleologi
delle "Nottole" impegnati nel trasporto del materiale lungo il
viottolo che porta alle Grotte delle Meraviglie.